Rosa De Grandis nasce ad Avezzano (AQ) dove frequenta l’Istituto Statale d’Arte “V. Bellisario” ed inizia una sua personale ricerca di forma ed espressività caratterizzata da un interesse preponderante per le umane vicende. Interesse che la porterà a laurearsi in Psicologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma e nel contempo ad esprimere in chiave pittorica gli aspetti più profondi ed essenziali della natura umana.
Una lotta con il corpo. O più precisamente con la materia corporea. Queste opere di Rosa De Grandis non nascono da presupposti culturali e artistici, ma da una passione violenta e drammatica per l’essenzialità, la semplicità. Corpi nudi che non esibiscono se stessi, ma fuggono da se stessi prendendo due vie: quella della ferma innocenza irriflessa e quella dell’angoscia che non sa più tollerare illusioni. Fra queste due possibilità non ce n’è una terza. Perchè se la felice innocenza è perduta, è solo un passato reale e ipotetico, allora nessuna apparente “normalità” è possibile, si può solo sprofondare in se stessi o guardare l’inevitabile, quello che saremo quando le favole ci avranno abbandonato.
Alfonso Berardinelli
Topos del discorso di Rosa De Grandis è il volto. Ella dapprima ne ha dipinti (stavo per scrivere trasferiti) una serie su accidentate superfici, appositamente modificate per l’applicazione di cortecce, poi li ha cercati nel suo Es e, una volta partoriti deformati, li ha trasferiti su superfici lisce. Nascono così i suoi simpatici aborti mostruosi, levitanti nello spazio come palloncini, per lo più solitari, ma in qualche caso accompagnati da altri. Simboliche riemersioni fisiognomiche dell’io profondo, fascinose nonostante il loro grottesco aspetto, la cui valenza liberatoria gli strumenti della psicoanalisi potrebbero analizzare meglio e più approfonditamente.
Giorgio Di Genova
L’arte è un problema di metalinguaggio. L’artista si crea questa corazza, questa pelle, questa “corteccia” per distaccarsi dal mondo, per creare il proprio mondo. Rosa De Grandis ripete in modo quasi ossessivo questa corporalità, questo corpo ad affermare il proprio mondo, ma per fare questo bisogna essere catastrofici, bisogna distruggere la realtà che noi vediamo impraticabile. Ricostruire la realtà che è quella dell’opera. L’arte ci parla del mondo, non della realtà, ma del mondo interiore dell’artista, che deve costruirsi questa impalcatura linguistica per prendere le distanze dalla realtà.
Enrico Sconci
Rosa De Grandis was born in 1963 in Avezzano (AQ), where she attended the “V. Bellisario” School of Art and started her personal research of form and expressiveness characterized by a strong interest in human affairs. Her interest will bring her to get her degree in Psychology at the University of Rome, “La Sapienza” and at the same time to express, from a pictorial point of view, the deepest and the most essential aspects of the human nature.
A fight against the body. Or more precisely against the bodily material. These works by Rosa De Grandis don’t come from cultural and artistic premises, but from a violent and dramatic passion for essentiality, simplicity. Naked bodies which don’t show themselves, but run away from themselves taking two courses: the one of the firm instinctive innocence and the one of the anguish that can’t tollerate illusions anymore.Within these two possibilities there is no a third one. Because if the happy innocence is lost, and it is just a real and hypothetical past, then no apparent “normality” is possible, we can only fall deep inside of ourselves or look at the unavoidable, what we will become once the fairy tales leave .
Alfonso Berardinelli
Ha partecipato a numerose esibizioni tra cui:
2006 | personale “Museo della Marsica” Castello Piccolomini – Celano (AQ).
2007 | collettiva Place de l’Etoile, Montecarlo – Francia.
2007 | collettiva galleria Tartaglia Roma.
2007 | collettiva Teatro Eliseo Roma.
2008 | personale MUSPAC (museo sperimentale d’arte contemporanea) L’Aquila.
2009 | personale Palazzo Gazzoli Terni.
2010 | collettiva “artisti abruzzersi in evidence”, Palazzo Altieri, Oriolo Romano.
2013 | collettiva Hermon La Prada’s International Flat Files “Letting on” Los Angeles.
2014 | 41° edizione Premio Sulmona.
2014 | in occasione della pubblicazione del volume Percorsi d’arte in Italia (Rubbettino editore), presso la Galleria Vittoria (Roma), collettiva “Percorsi d’arte a Roma e nel Lazio” a cura di Giorgio Di Genova.
Vive e lavora a Roma.